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a cura di Cristiano Dell'Oste e Vito Lops

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25 gennaio 2010

La voglia di mutuo, almeno quella, sembra tornata. Per vedere se torneranno ad aumentare anche le erogazioni delle banche, invece, bisognerà aspettare qualche mese. Quel che è certo, fin da adesso, è che gli istituti di credito stanno arricchendo il catalogo delle proprie proposte. Con una serie di nuovi mutui misti, potenzialmente vantaggiosi, ma più costosi dei variabili e spesso molto difficili da decifrare per il cliente medio.
A fotografare il ritrovato interesse è Crif: +25% di domande a dicembre su base annua, contro un dato che in estate annaspava ancora sui livelli del 2008. Una situazione innescata, probabilmente, dalla coincidenza tra mercato immobiliare stagnante e tassi ridotti (venerdì l'Euribor a un mese è scivolato allo 0,427%, con il trimestrale a 0,67%), che mette in tentazione chi ha la forza di ottenere un finanziamento.

A fotografare il momento del mercato, invece, è l'inchiesta del Sole 24 Ore del lunedì, secondo cui le principali banche italiane a dicembre hanno registrato quasi il 90% di sottoscrizioni di mutui variabili – puri o "atipici" – con le sole eccezioni di Intesa Sanpaolo e Bnl (dove prevale ancora il fisso). Tra i variabili, la preferenza è andata alle soluzioni con cap ancorate all'Euribor, più gettonato del tasso Bce – che pure da maggio è fermo all'1%, il minimo storico.
Di questi tempi, insomma, i mutui più diffusi sono quelli che promettono di soddisfare esigenze opposte: approfittare dei tassi bassi e proteggersi dai rialzi futuri (che la stessa Bce non ha escluso a partire dal terzo trimestre di quest'anno). Ecco perché, oltre a quella con il cap, stanno tornando in auge soluzioni come il variabile a rata costante e, soprattutto, il tasso misto.
«Puntiamo molto su "Gran Mutuo", che garantisce la flessibilità del piano di rimborso con la possibilità di ridurre la rata o sospenderla per sei mesi. E ci apprestiamo a lanciare due nuovi prodotti, uno che permetterà di passare da tasso variabile a fisso e viceversa più volte nel corso della vita del mutuo, e un altro a tasso variabile ma con un tetto massimo», spiega Enrico Ghisellini, responsabile prodotti retail di Cariparma.

Il tasso misto fa parte del rilancio sul fronte mutui di UniCredit, istituto che ha visto un calo delle erogazioni di circa il 70% nel 2009. «Il "Mutuo Opzione sicura" consente di iniziare a tasso variabile indicizzato all'Euribor o al tasso Bce (solo per i mutui prima casa, ndr) oppure a tasso fisso per cinque anni», spiega Raffaele Cicala, responsabile della divisioni di UniCredit che si occupa di finanziamenti alle famiglie. Dopodiché il cliente potrà chiedere la rinegoziazione: ad esempio, se ha scelto il tasso variabile, potrà in qualsiasi momento passare al fisso o cambiarne l'indicizzazione; se ha scelto il fisso, invece, al termine dei cinque anni potrà continuare così o passare al variabile. Con questa formula, chi opta per il fisso può beneficiare di un Eurirs (l'indice di riferimento per i mutui a rata fissa) più breve, e dunque più basso, rispetto a quello standard, concordato sin dall'inizio sulla lunga durata. Ad esempio l'Eurirs a cinque anni è pari al 2,65% contro il 3,98% di quello a 20 anni.

Crede nella rinegoziabilità anche Barclays. «Il nostro prodotto più venduto è il variabile con diritto di riconversione. Che consente, con preavviso di 60 giorni rispetto alle date del 1° aprile e del 1° ottobre di ogni anno, di effettuare anche più di una volta lo switch al fisso per un periodo prestabilito di 2,5 o 10 anni», rileva Pietro D'Anzi, general manager retail di Barclays Grb Italia.
Anche Credem punta sul tasso misto con "Multiswitch": si parte con un variabile che incorpora una o più opzioni di variazione del tasso, e consente di acquistare una o due opzioni di cambio tasso in più. Mentre Banco popolare ha lanciato a fine 2009 "Mutuo Partenza Facile": un tasso fisso d'ingresso per i primi 12 mesi parametrato al tasso Bce; dopodiché scatta il tasso fisso stabilito in regime di stipula. Soluzione simile a "2 in 1" di Bnl: i primi due anni sono a tasso a variabile, poi scatta il fisso bloccato sui valori di inizio contratto.
Di fronte a un'offerta così articolata, perciò, la soluzione è una sola: cercare di informarsi il più possibile. Altrimenti, il rischio concreto è quello di pagare opzioni che non si useranno mai.

25 gennaio 2010
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